Orecchie smart: i nostri dispositivi ci ascoltano?

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Alzi la mano chi non hai mai pensato di essere ascoltato di nascosto dal proprio smartphone o da altri dispositivi smart che abbiamo in casa, in macchina ecc…

Questa è l’impressione che si ha quando si parla con qualcuno di un oggetto o di qualsiasi altra cosa e, all’improvviso, cominciamo a visualizzare pubblicità inerenti a ciò di cui stavamo parlando sugli smartphone, sul pc, nei nostri account social e perfino nell’account email. 

Ma è davvero così? Davvero i big del digitale origliano le nostre conversazioni, registrano i dati e li usano per profilarci e quindi riempirci di annunci pubblicitari o servizi su misura secondo “i nostri gusti”? 

In realtà no, i nostri dispositivi smart non sono strumenti di spionaggio che raccolgono dati di nascosto: è indubbiamente vero che raccolgono dati e cercano di profilarci e allenare algoritmi e intelligenze artificiali per prevedere i nostri comportamenti e bisogni e darci suggerimenti, ma nella quasi totalità dei casi forniamo i nostri dati e le nostre preferenze spontaneamente, senza quasi accorgercene. 

Ad esempio, i dati che forniamo agli apparecchi elettronici o informatici che usiamo abitualmente, vengono memorizzati per produrre un nostro modello comportamentale riuscendo così ad anticipare i nostri bisogni e a suggerirci soluzioni in tempo reale… per fare questo però sfruttano i cookie che tengono traccia di tutto ciò che riguarda la nostra vita virtuale. A chi non è mai capitato di cercare un oggetto o un servizio e poi vedersi comparire pubblicità inerenti a ciò che si è cercato in qualsiasi pagina web navighi? 

Però ci sono casi in cui certi annunci compaiono all’improvviso, anche se non abbiamo cercato quel tipo di oggetto o servizio online. Come è possibile?  Pensiamo agli assistenti digitali come Alexa, Siri, Cortana o Google o anche a quelli presenti negli smartphone e  anche a quante volte ci è capitato di attivarli senza volerlo. Può capitare infatti che l’assistente riconosca le parole di attivazione anche se non le abbiamo pronunciate. Alcune parole simili a quelle per l’attivazione traggono in inganno l’assistente che si attiva e ascolta tutto ciò che diciamo proponendo suggerimenti ad hoc.

Per approfondire > Smartphone: attenzione al microfono sempre acceso! La guida del Garante per la privacy

Può addirittura capitare di visualizzare annunci relativi a qualcosa che non abbiamo mai cercato noi personalmente, ma un nostro amico o un parente: questo può succedere ad esempio utilizzando la stessa rete Wi-Fi. 

Il servizio internet riterrà collegati gli account che frequentano lo stesso posto e si connettono alla stessa rete wi-fi e, se qualcuno fa una ricerca, il risultato viene mostrato a tutti gli account che il servizio reputa collegati. 

Questo però non significa essere spiati o, comunque, non nel vero senso della parola. Quello che fa sorridere in tutto questo “sentirsi spiati” è l’onnipresenza di molti di noi sui social, lo strombazzare al mondo qualsiasi cosa si fa, i ristoranti che si frequentano, i gusti che abbiamo riguardo alla moda, a dove si va in vacanza o che macchina compriamo, senza renderci conto che così facendo il mondo intero ci “spia”… e con il nostro permesso.

Più che vivere quindi con un costante senso di essere osservati, spiati, studiati, dovremmo imparare a prestare attenzione a quante e quali informazioni pubblichiamo online, a quanti servizi/dispositivi smart utilizziamo e a quanto spazio diamo agli stessi nella nostra vita. Ancora dovremmo essere più attenti al grado di “riservatezza” delle informazioni che stiamo pubblicando: anche il nostro familiare profilo social, che aggiorniamo quotidianamente e col quale interagiamo “solo coi nostri amici” è in realtà un’arena pubblica

Inoltre è importante dotarsi di strumenti di difesa della privacy e anti tracciamento, per impedire che l’uso (più che legittimo) di servizi online possa degenerare in un vero e proprio bombardamento di pubblicità e ads: usare la modalità di navigazione in incognito dei browser ad esempio impedisce la raccolta di cookie e della cronologia da parte dei siti visitati durante la sessione di navigazione.  Usare reti VPN impedisce la geolocalizzazione e così via…

Solo l’unione di strumenti tecnologici e della nostra umanissima consapevolezza possono tenere al sicuro la nostra privacy e evitare di farci precipitare in una spirale di pubblicità fastidiose.